#pier francesco cavalli
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Mi crítica del concierto de Dolci Affetti anoche en el Alcázar.
#dolci affetti#cristina bayón#viviana gonzález#maría luz martínez#claudio monteverdi#francesca caccini#barbara strozzi#andrea falconieri#girolamo kapsberger#pier francesco cavalli#música#music
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Trentaquattro anni fa, più o meno a quest'ora. Dentro la galleria.
Leggo un libro e davanti a me c'è una ragazza che ha accompagnato il suo fidanzatino e poi non è riuscita a scendere o ha fatto finta di dimenticarsene. Sono felici, ridono di quel contrattempo. Lei scenderà a Bologna e poi tornerà indietro, penso. Il treno è pieno. Anche gli strapuntini nel corridoio sono occupati e sono stato fortunato a trovare un posto. Seconda carrozza, senso di marcia e il ragazzino con la fidanzatina che ha un libro che ho letto molti anni prima e che stavo proprio cercando per rileggerlo: "Kathmandu, il grande viaggio".
È domenica e tra due giorni è Natale.
D'improvviso si sente un rumore secco, come lamiere colpite da un sasso e per un attimo il tempo si ferma dentro gli sguardi di tutti. Il treno sembra quasi sospeso su un batuffolo d'aria e poi comincia a ondeggiare. Punto i piedi sulla poltrona davanti a me, tra le gambe della ragazza: la mia testa ha elaborato in una frazione di secondo una risposta logica al "crack" di lamiere e poi ai movimenti laterali del treno. In qualche modo abbiamo sbattuto contro la parete della galleria e tra poco i vagoni usciranno dai binari e si accartocceranno, gli uni sugli altri. L'ho visto da poco in un film, Cassandra Crossing.
Qualcuno si attacca al freno di emergenza e si sente lo stridore delle ruote d'acciaio sui binari. Il treno ondeggia sempre ma rallenta e poi si ferma.
In un attimo si riempie di fumo.
È acre: ha l'odore della polvere da sparo.
Per fortuna le luci sono ancora accese e già qualcuno si fa prendere dal panico e apre il finestrino per uscire ma siamo nel bel mezzo di una galleria lunga 18 chilometri e in più potrebbe arrivare un treno a tutta velocità dalla parte opposta. Esco nel corridoio e gli scompartimenti dopo il mio hanno vetri rotti e porte divelte. Qualcuno grida che è meglio scendere, qualcuno è sceso e sta addossato alla parete della galleria con la paura stampata sul viso. La ragazza si riprende il libro e mi dice che vuole uscire per camminare lungo la galleria ma è buio, pericoloso e poi il treno è fermo e qualcuno verrà ad aiutarci.
E poi siamo vivi.
Siamo vivi.
Questo vuol dire che qualcuno non lo è più.
Giovanbattista Altobelli (51)
Anna Maria Brandi (26)
Angela Calvanese in De Simone (33)
Anna De Simone (9)
Giovanni De Simone (4)
Nicola De Simone (40)
Susanna Cavalli (22)
Lucia Cerrato (66)
Pier Francesco Leoni (23)
Luisella Matarazzo (25)
Carmine Moccia (30)
Valeria Moratello (22)
Maria Luigia Morini (45)
Federica Taglialatela (12)
Abramo Vastarella (29)
Gioacchino Taglialatela (50)
Rapido 904, 23 dicembre 1984
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February 14: On This Day in Music
February 14: On This Day in Music
Happy Valentine’s Day . 1602 ~ Pier Francesco Cavalli, Italian opera composer . 1813 ~ Alexander Dargomyzhsky, Russian composer . 1882 ~ Ignace Friedman, Polish pianist and composer . 1894 ~ Jack Benny (Benjamin Kubelsky), The stingy, violin-playing, perennial-39- year-old comedian of radio, television and vaudeville . 1923 ~ Cesare Siepi, Opera basso . 1925 ~ Elliot Lawrence (Broza), Emmy…
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#arranger#composer#conductor#dancer#Elton John#Frederick Loewe#George Shearing#Gregory Hines#Ignace Friedman#Kennedy Center Honors#musical director#opera#pianist#Today in Music History#Valentine&039;s Day#video#violin
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CAPELLA DE LA TORRE
EARTH MUSIC
Después de sus aclamados álbumes Water Music, Fire Music y Air Music, el galardonado conjunto presenta el fascinante Earth-Music, disponible en CD el viernes 11 de septiembre.
TRACKLIST
Origin of the Earth: The Creation
Giovanni Gabrieli (1554–1612)
1. Jubilate Deo à 10
Estêvão de Brito (1570–1641)
2. Lucis Creator Optime
Cristofano Malvezzi (1547–1599)
3. Sinfonia à 6 from Intermedi della pellegrina
Giovanni Gastoldi (1553–1609)
4. Amor Vittorioso from Balletti a cinque voci
The Nourishing Earth
Jacobus Gallus (1550–1591)
5. Vae nobis
Guillaume de Costeley (1530–1606)
6. La terre les eaux va buvant
Heinrich Schütz (1585–1672)
7. O der großen Wundertaten SWV 278
In the Depths of the Earth
Tielman Susato (1510–1570)
8. Mille Ducas from Danserye
Melchior Franck (1579–1639) 9. Das Bergwerk woll‘n wir preisen
Michael Praetorius (1571–1621) 10. Bransle de Lorraine
The Return to Earth
Sethus Calvisius (1556–1615)
11. Wenn mein Stündlein vorhanden ist
Pier Francesco Cavalli (1602–1676)
12. Requiem aeternam à 8 (Introitus) from Missa pro defunctis
Anthony Holborne (1545–1602)
13. Lullaby
Anonymous 14. Passacaglia della vita: „Bisogna morire“
Earth and Melancholy
William Byrd (1543–1623) 15. Terra tremuit from Gradualia II (no. 23)
Josquin Desprez (1450–1521) 16. Plaine de dueil
Anthony Holborne 17. The Image of Melancholly
Anonymous
18. Der Hund mir vor dem Liecht umbgaht
The Earth and its Richness
Isaac Posch (1591–1622) 19. Gagliarda
Heinrich Schütz 20. Domini est terra et plenitudo ejus à 24 SWV 476
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GRAZIEGRAZIE • THANKYOUTHANKYOU•DANKEDANKE•MERCIMERCI!! Thanks to all my raisers and supporters!
GRAZIEGRAZIE • THANKYOUTHANKYOU•DANKEDANKE•MERCIMERCI!! Thanks to all my raisers and supporters!
Thanks to Riccardo Rossi, Loris Riccardi, Maurizio Marotta, David Love Calò, Fulvio Mennella, Veronica Azzinari, Catia Carla Chiti, Annamaria Carrieri, Lele Torsani, Maria Angela Perna, Pier Pierucci, Andrea Bianchi, Valentina Grilli, Federica Zacchi, Marco Magalotti, Roberta Gelpi, Charlotte Rohrhofer, Susanna La Polla, Francesco Cavalli,Edda Valentini, Paolo Bonfiglioli, Paola Proietti, Pino De Salvo, Massimo Conti, Debora Achille, Lina Prosa, Gioia Costa, Cristina Brolli, Kati Gerola, Rachel Leurini, Noretta Forlani, Giampaolo Proni, Marco Celeri, Simona Faraone, Lucia Biondelli, Rossana Ardini, Leonardo Militi, Matteo Leoni, Leonardo Fabbri, Marina Meccanica, Martina Ciavatta, Eleonora Gnot, Francesco Vincenti, Andrea Felli, Daniela Muratori, Maude Dreano, Silvano Voltolina, Agnese Marchetti, Leonardo Montecchi, Arnaldo e Mary Ciavatta, Marcella e Stefano Cicchetti, Sabrina Zanetti, Giovanni Casadei, Marco Bertozzi, Davide Montecchi,Alberto Giardini, Stefano Ferroni, Luca Simonetti, Giorgia Simonetti, Michele Orvieti, Andreas Biolinsky, Sabine Rohrhofer, Laura Gemini, Massimiliano Gardini, Andrea Compagnucci, Silvia Calderoni, Simona Diacci Trinity, Stefania Monaco, Gerald Kurdian, Daniela Nicolò,Barbara Magalotti, Roberto Baroncini, Damir Ivic, Dino Ponti, Andrea Parma, Edoardo Sanchi, Daniela Leardini, Zamira Di Carlo, Edoardo Sanchi, Clelia Tonini, Sabrina e Franco Rocchi Naddei, Giorgia e Luca Simonetti, Stefano Bernabei, Cesarina Monti, Alfredo Ferrucci, Maurizio e Viviana, Claudio Bacchelli, Gabriella Fabbri, Gabriella Pallotta, Red e Vilma, Francesca Sancisi, Demetrio Chiappa, Ciro Colonna, Giovanna Montaini, Leonardo Monti, Roberta Baldaro, Bertrand Cauchois, Carlo Mojardo, Giuseppe Vaglienti, Morgann Cantin, Piero Savio, Gianni Jasimone, Mikael Plunian and to everybody supports me in releasing this project.
NicoNote xxx
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January 07 in Music History
1625 Death of Italian composer Ruggiero Giovannelli in Rome.
1630 Marriage of Italian opera composer Pier Francesco Cavalli, (1602-1676), to rich widow Maria Sosomeno.
1634 Birth of German composer Adam Krieger in Dresden.
1725 FP of J. S. Bach's Sacred Cantata No. 124 Meinen Hesum lass ich nicht on the 1st Sunday following Epiphany. Was part of Bach's second annual Sacred Cantata cycle in Leipzig 1724-25.
1738 Vivaldi conducts the orchestra celebrating the centennial of Amsterdam's Schouwburg Theater.
1764 FP of Gluck's opera La Rencontre Imprevue in Vienna.
1842 FP of Rossini's Stabat Mater, at the Salle Ventadour, Paris.
1857 FP of Franz Liszt's Piano Concerto No. 2 in A, in Weimar. Composer conducting and soloist was his pupil, Hans von Bronsart.
1868 Birth of Russian mezzo-soprano Eugenia Zbruyeva in Moscow.
1872 Birth of Austrian concert violinist and teacher Anton Witek.
1874 Birth of American tenor Francis MacLennan in Bay City, Michigan.
1875 Birth of bass-baritone Friedrich Plaschke in Jaromer.
1876 Birth of British composer and pianist William Yeates Hurlstone in London.
1886 Birth of German tenor Josef Kalenberg in Cologne.
1888 Birth of Austrian soprano Melitta Heim in Vienna.
1895 Birth of Rumanian pianist Clara Haskel.
1898 FP of Rimsky-Korsakov's opera Sadko, within it the popular Song of India in Moscow.
1899 Birth of French composer Francis Poulenc in Paris, member of 'Les Six'.
1900 Birth of Australian baritone John Brownlee in Geelong, Melbourne.
1900 Birth of German baritone Walter Grossmann in Dresden.
1907 Birth of Basque Harpist Nicanor Zabaleta in San Sebastian, Spain.
1908 Birth of English bass Frederick Dalberg in Newcastle.
1912 Birth of German conductor Günther Wand in Eberfeld.
1917 Birth of composer Ulysses Simpson Kay in Tucson, Arizona.
1921 Birth of tenor John Lanigan in Seddon, Victoria.
1922 Birth of French flutist Jean-Pierre Rampal in Marseilles.
1923 Birth of American composer Russell Woollen.
1923 Birth of Swiss soprano Colette Lorand in Zurich.
1924 American composer George Gershwin begins his score of the Rhapsody In Blue.
1926 Birth of tenor Georg Paskuda in Ratibor.
1931 Birth of American composer Henry Weinberg.
1932 Birth of American composer David A. Robb.
1933 FP of Gruenberg's opera Emperor Jones based on play by Eugene O'Neill, at the Metropolitan Opera in NYC.
1936 Death of French composer and teacher Helen Guy Hardelot in London.
1941 Birth of English violinist, composer and conductor Iona Brown.
1942 FP of Aaron Copland's Statements for Orchestra, at Carnegie Hall, New York Philharmonic was conducted by Dimitri Mitropoulos.
1943 Birth of English conductor Richard Armstrong in Leicester.
1946 Death of bass Adamo Didur.
1946 Death of tenor Giuseppe Krismer
1952 FP of Gail Kubik's Symphonie-Concertante in NYC. Awarded the 1952 Pulitzer Prize for Music.
1955 FP of Bohuslav Martinu's Symphony No. 6 Fantaisies symphoniques, by the Boston Symphony, conducted by Charles Munch.
1964 Death of American composer Colin McPhee, in Los Angeles.
1964 Death of mezzo-soprano Ingeborg Steffensen.
1968 Birth of American composer Rob Smith.
1975 Death of soprano and coach Maria Carpi. .
1978 Birth of Canadian composer Mathew Alexander Lowes in Toronto.
1983 Death of mezzo-soprano Edith Coates.
1984 Death of soprano Anna Case.
1995 Death of bass Luben Vichey.
2000 FP of Richard Danielpour's The Night Rainbow by the Pacific Symphony, Carl St. Clair conducting, in Santa Anna, CA
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Da giovedì 31 maggio a domenica 23 settembre, presso il m.a.x. museo di Chiasso, in Svizzera, si terrà una mostra che omaggerà, nei cento anni dalla nascita, Achille Castiglioni (1918–2002), architetto e designer di fama internazionale.
L’esposizione, a cura di Ico Migliore, Mara Servetto di Migliore+Servetto Architects e dell’architetto Italo Lupi, in collaborazione con Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo, si colloca nel percorso dedicato ai Maestri del XX secolo ed è promossa in collaborazione con la Fondazione Achille Castiglioni.
Una della personalità più note della stagione d’oro del design italiano, Castiglioni realizzò nella sua lunga attività professionale 484 progetti di allestimenti, 290 oggetti, tra i quali si annoverano vere e proprie icone della cultura del design, e 191 progetti di architettura.
La mostra al m.a.x. museo racconterà gli allestimenti per fiere campionarie, stand o esposizioni e oggetti di design che vennero ideati prima dai fratelli Achille e Pier Giacomo e dal 1968 dal solo Achille, raccontando l’allestimento temporaneo come uno strumento di comunicazione culturale e commerciale di grandissima importanza, cruciale per la tradizione del fare.
La passione per l’architettura effimera fu il cuore di Achille e Pier Giacomo per l’innovazione e la ricerca, che ebbe una forte influenza sull’architettura e il design a livello internazionale.
L’esposizione racconterà anche l’amicizia che legò Achille Castiglioni al graphic designer svizzero Max Huber (1919–1992), ripercorrendo i progetti realizzati insieme.
Gli elementi chiave, ricorrenti nei progetti di Achille, che saranno in luce nel percorso espositivo, erano il fuori scala, la cinetica, l’allegoria, il ready made, il segno grafico, partendo dagli allestimenti dei Padiglioni per Rai, Eni e Montecatini ai magistrali progetti per la cultura, per l’innovazione e per l’esposizione dei prodotti, che erano visti come il concepire la messa in scena come una regia, che diventava un racconto per immagini dinamico e inaspettato.
Con un misto di sperimentazione e razionalità, Achille Castiglioni riuscì a combinare semplicità e ironia con la passione per l’utilizzo della tecnologia e dei nuovi materiali, dato al tutto la capacità di vivere una continua attualità nelle diverse fasi storiche.
L’esposizione al m.a.x. museo racconterà la vita e le idee di Castiglioni, con schizzi, disegni, modelli, testimonianze video, prototipi, oggetti originali e testi autografi, con la collaborazione con Carlo e Giovanna Castiglioni che gestiscono l’Archivio di Achille Castiglioni tramite la Fondazione Achille Castiglioni con Antonella Gornati.
Nella mostra sarà presente anche una trentina di oggetti di design in cui fanno la loro comparsa, fra gli altri, le lampade Arco, Aoy, Noce, Ipotenusa, Toio e la Gibigiana, il sedile da giardino Allunaggio, gli sgabelli Mezzadro e Sella, le posate Dry, gli orologi Firenze e Record, lo stereo RR126 Brionvega, l’interruttore Rompitratta che raccontano come il maestro vedeva le cose in modo sempre unico, traducendo nel campo del design i concetti sperimentati in un contesto allestitivo.
Inoltre, all’esterno del m.a.x. museo i visitatori saranno accolti da un bosco di manifesti, un omaggio ad Achille Castiglioni ideato da 22 grafici di fama mondiale, Alberto Bianda, Mauro Bubbico, Giorgio Camuffo, Rosa Casamento + Nicola Munari, Paolo Cavalli + Alfio Mazzei, Pierluigi Cerri, Alessandro Costariol, Francesco Dondina, Milton Glaser, Steven Guarnaccia, Aoi Huber Kono, Felix Humm, Michele Jannuzzi, Sergio Menichelli, Armando Milani, Mario Piazza, Massimo Pitis, Emiliano Ponzi, Guido Scarabottolo, Leonardo Sonnoli, Paolo Tassinari e Heinz Waibl, che hanno cercato di tradurre la genialità e fantasia rigorosa di Castiglioni.
La mostra racconterà anche le vicende di una Milano imprenditoriale nel mutare dei consumi e delle relazioni internazionali della città.
L’esposizione, ideata in collaborazione con la Fondazione Achille Castiglioni, gode del patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Lugano, grazie al Dicastero Educazione e Attività culturali del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino-Fondo Swisslos, di AGE SA e di aamm-associazione amici del m.a.x. museo, con il sostegno dello sponsor FederlegnoArredo e Associazione ASAL Assoallestimenti.
Achille Castiglioni (1918–2002) Visionario. L’alfabeto allestitivo di un designer regista
m.a.x. museo, Via Dante Alighieri 6, Chiasso, Svizzera
31 maggio – 23 settembre
Orari
Martedì–domenica, ore 10.00–12.00 e 14.00–18.00
Lunedì chiuso
Aperture speciali
Giovedì 31 maggio 2018 (Corpus Domini)
Venerdì 29 giugno 2018 (SS. Pietro e Paolo)
Chiusura estiva m.a.x. museo
Da lunedì 30 luglio a lunedì 20 agosto 2018 compresi
Ingresso
Intero: CHF/Euro 10.-
Ridotto: CHF/Euro 7.-
(AVS/AI, over 65 anni, studenti, FAI SWISS, FAI, TCS, TCI, convenzionati)
Scolaresche e gruppi di minimo 15 persone: CHF/Euro 5.-
Metà prezzo: Chiasso Card
Gratuito: bambini fino a 7 anni, Aiap, associazione amici del m.a.x. museo, giornalisti, ICOM, Passaporto Musei Svizzeri, Visarte
Entrata gratuita: ogni prima domenica del mese
RailAway FFS – offerta combinata
All’entrata del m.a.x. museo, su presentazione di un ordinario biglietto del treno, una carta giornaliera, un biglietto risparmio, un abbonamento di una comunità tariffaria oppure un abbonamento generale, si beneficia del 10% di sconto sul biglietto d’ingresso della mostra in corso.
Dalla stazione di Chiasso al m.a.x. museo: circa 10 minuti a piedi.
Informazioni: nelle stazioni o su ffs.ch/maxmuseo.
Parcheggio gratuito
Presso il Centro Ovale di Chiasso (livello -1), 4 minuti a piedi dal m.a.x. museo, su presentazione del ticket del parcheggio al m.a.x. museo.
Informazioni
t +41 58 122 42 52
www.centroculturalechiasso.ch
Achille Castiglioni (1918–2002) Visionario. L’alfabeto allestitivo di un designer regista Da giovedì 31 maggio a domenica 23 settembre, presso il m.a.x. museo di Chiasso, in…
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GROTTAMMARE – Quest’anno il Centro Estivo Sportivo (C.E.S.) di Grottammare della Polisportiva Gagliarda si è svolto presso la Scuola Ascolani dal 9 giugno al 14 settembre 2017. Il C.E.S. 2017 ha avuto una grande partecipazione arrivando a coinvolgere circa 350 bambini di Grottammare e del territorio.
“Un ringraziamento particolare -affermano i responsabili della Polisportiva Gagliarda- si deve come tutti gli anni all’Amministrazione Comunale di Grottammare che ci accompagna sempre in questa grande avventura estiva ed alla direzione dell’Istituto Comprensivo “G: Leopardi” che ci ha permesso di poter usufruire degli spazi del plesso Ascolani”.
I bambini e i ragazzi partecipanti, circa 350 nel corso dei tre mesi di apertura, sono sempre stati divisi in diversi gruppi: un gruppo dai 3 ai 6 anni, un gruppo dai 7 ai 10 anni ed infine un gruppo dagli 11 ai 16 anni. I diversi gruppi hanno svolto le loro attività avendo a disposizione il parco pubblico con annessi campi da gioco in Zona Ischia (vicino al Centro Commerciale L’Orologio), la palestra delle Scuola Secondaria “G. Leopardi” e per le attività in spiaggia lo Chalet Nord Est di Grottammare.
Le attività si sono svolte tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 16,30. Durante la settimana si sono svolti a rotazione allenamenti di calcio e pallavolo, attività al mare, allenamenti di altri sport con l’aiuto prezioso di istruttori qualificati (basket, rugby, taekwondo, karate, baseball, ciclismo, mountain bike, zumba e hip hop, tiro con l’arco); inoltre i bambini hanno potuto conoscere e provare anche altre attività (grazie al trasporto in altri luoghi con gli scuolabus del Comune di Grottamamre) come il giardinaggio, l’orticoltura, i catamarani e i cavalli.
Il gruppo dei bambini piccoli dai 3 ai 6 anni ha seguito un percorso educativo attraverso dei cortometraggi della Pixar; infatti ogni settimana i bambini sono stati aiutati a scoprire la bellezza del mondo che mi circonda e a relazionarsi con gli altri perché inseriti in un gruppo di lavoro secondo le diverse fasce d’età, accompagnati nella conoscenza di tutto le loro qualità e talenti.
I due gruppi dei bambini più grandi, oltre alle attività sportive, hanno potuto ascoltare e meditare le vite di alcuni Santi, tra cui il beato Pier Giorgio Frassati, attraverso delle brevi letture commentate con loro. Sono emersi diversi spunti educativi su cui si è lavorato con i bambini. L’esperienza che la nostra società sportiva svolge durante l’inverno ci ha convinti che la dimensione educativa è da mettere al primo posto nell’organizzazione delle nostre attività. Durante il C.E.S si sono svolti diversi corsi che hanno coinvolto molti bambini: il corso tecnico di calcio a 5, il corso di minivolley e pallavolo femminile, il corso tecnico per portieri, il corso di attività acquatiche, il corso creativo di arte e cucina ed l’English Summer Camp.
“Sicuramente -dicono i responsabili della Polisportiva Gagliarda- tutto questo lavoro ci ha lasciato una grande voglia di mantenere i contatti con i bambini conosciuti d’estate durante il C.E.S. e le loro famiglie. Per questo motivo abbiamo pensato, organizzato e avviato dalla metà di ottobre il “Circolino”, ovvero un luogo dove poter incontrare i bambini ed i ragazzi durante i mesi “scolastici”.Il Circolino è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00 presso Casa San Francesco di Paola a Grottammare. Durante la giornata i bambini potranno svolgere i compiti scolastici ed essere aiutati nelle materie più difficoltose dai nostri educatori qualificati. Nella seconda parte del pomeriggio invece potranno fare attività diverse tutti i giorni: laboratori di cucina, corso d’inglese con madre lingua, arte, allenamenti di calcio, volley, taekwondo, ginnastica artistica e avviamento allo sport”.
Per informazioni si può contattare il numero 320.4898265 (Marco) oppure scrivere alla mail [email protected].
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Giorgio Caproni. Nacque a Livorno il 7 gennaio 1912, secondogenito di Attilio, ragioniere, e di Anna Picchi, sarta e ricamatrice. La città portuale toscana si iscrisse nel mondo dei suoi ricordi più antichi, nella mitica luce delle origini e degli affetti primigeni, trasfigurati, attorno alle figure dei genitori, in un coefficiente poetico sentimentale e metricamente impeccabile. Esemplari di questa idealizzazione furono i Versi livornesi, concepiti dopo la morte della madre e pubblicati nel suo libro più fine e popolare, Il seme del piangere (Milano 1959). LE FIGURE DEI GENITORI Anna Picchi era nata a Livorno nel 1894, da Gaetano e da Fosca Bottini. Impiegata sin da ragazza nel magazzino Cigni, rinomata casa di moda livornese, dopo il matrimonio continuò a lavorare come sarta in laboratori che attrezzava in casa. Amava suonare la chitarra, frequentare i circoli cittadini e ballare. Morì a Palermo il 15 febbraio 1950 e fu sepolta nel cimitero di S. Orsola presso il fiume Oreto. Meno fertili poeticamente ma non meno intensi furono i rapporti di Caproni con il padre che la domenica lo guidava, mano nella mano, in compagnia del fratello Pier Francesco, di lui maggiore di due anni, in lunghe passeggiate presso le livornesi piane degli Archi a spiare il ritorno dei cacciatori di lepri. Oppure, durante le vacanze estive, organizzava le gite a San Biagio, nelle campagne dell’Alta Maremma, nella tenuta di Cecco, un allevatore e domatore di cavalli che segnò in modo indelebile la sua personalità. «Lontano dalla mal’aria,/ domerò la mia vita/ come domavi le tue cavalle/ ombrose,/ tutte slanci ed inutili corse» (A Cecco, in L'Opera in versi, 1998, p. 9). Attilio lavorava in una ditta di importazione del caffè e si occupava dell’amministrazione del teatro Avvalorati di Livorno. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, rimasto disoccupato per il fallimento della ditta livornese dei Colombo, fu assunto dall’azienda conserviera Eugenio Cardini situata a Genova nel palazzo Doria. Suonava il violino e il mandolino e amava leggere la poesia italiana delle origini e la Commedia, che acquistava in edicola nell’edizione in dispense pubblicata dalla casa editrice Nardini di Firenze con le illustrazioni di Gustave Doré. Morì a Bari il 21 febbraio 1956. L'infanzia di Caproni fu condizionata dalle difficili condizioni economiche in cui la famiglia precipitò dopo il richiamo in guerra del padre e i tumulti sociali e politici che prepararono l’avvento del fascismo. Da un’elegante palazzina di corso Amedeo (ove Giorgio era nato), presto dovettero trasferirsi nella popolare via Palestro in un appartamento dove conobbero i disagi della coabitazione forzata con una coppia di lontani parenti, Itala e Pilade Bagni. Nel 1922, dopo la nascita della terzogenita Marcella e una breve sosta a La Spezia, si trasferirono a Genova dove continuò la ridda dei traslochi: da via S. Martino a via Michele Novaro, da via Bernardo Strozzi a piazza Leopardi. Se Livorno era stata la simbolica città della madre, Genova rappresentò per Caproni il luogo della formazione umana e culturale: «Genova sono io. Sono io che sono 'fatto' di Genova» («Era così bello parlare»…, 2004, p. 107). Ma segnò anche l'inevitabile epilogo della infanzia: «Genova della Spezia./ Infanzia che si screzia./ Genova di Livorno,/ partenza senza ritorno» (Litania, in L'Opera in versi, 1998, p. 178). SCUOLA, MUSICA E POESIA Iniziati gli studi elementari presso le suore dell’Istituto del Sacro Cuore, li proseguì nella scuola comunale del Gigante, «un quartieraccio» di Livorno («Era così bello parlare»…, 2004, p. 81) e li completò a Genova, nella scuola Pier Maria Canevari. Si iscrisse quindi alla scuola tecnica Antoniotto Usodimare, contemporaneamente dedicandosi, incoraggiato dal padre, allo studio del violino. A 13 anni si diplomò in composizione all’istituto musicale Giuseppe Verdi, in salita S. Caterina. Di giorno si esercitava su corali a quattro voci prima pescando le parole da Poliziano, Tasso, Rinuccini, poi provvedendovi di testa sua. Di notte suonava il violino nell’orchestrina di un dopolavoro. A 18 anni, dovendo contribuire al magro bilancio famigliare, accettò l’incarico di fattorino presso lo studio legale dell'avvocato Colli in via XX settembre. Alla fine, con una sofferta decisione, rinunciò agli studi musicali. La musica tuttavia restò in lui viva per sempre, quasi come una controprova all'armonia intrinseca alla poesia. Il classicismo dissonante di Stravinskij fu riversato nel pathos esclamativo dei sonetti sperimentati negli anni Quaranta e la sua passione per il melodramma romantico influenzò la struttura delle ultime raccolte. Il franco cacciatore (Milano 1982) prese il titolo dall’omonima opera di Carl Maria von Weber, mentre Il conte di Kevenhüller (ibid. 1986), titolo scelto «per il suo sapore operettistico» fu diviso in tre sezioni: Il Libretto, La Musica e Altre cadenze (v. Apparato critico, in L'Opera in versi, 1998, pp. 1627 s.). Nei lavori preparatori della raccolta postuma Res amissa (Milano 1991) alcune poesie furono scandite in sillabe e trascritte direttamente sui righi di uno spartito musicale. Sempre di più la poesia occupava i suoi giorni e la sua mente. Già con i compagni di studio del violino e in particolare con l’amico Adelio Ciucci, «in quella brulla Piazza Martinez» dove si recava ogni giorno dalla sua casa di S. Martino, aveva scoperto in «disordinate e infatuate letture» la poesia moderna, contrapposta, «con una boria scusata soltanto dall’età», alla poesia insegnata a scuola (Un ricordo un debito, in La Fiera letteraria, 28 giugno 1959). Nel 1932 inviò i suoi primi versi ad Adriano Grande, direttore della rivista genovese Circoli, che li rifiutò. Pochi mesi dopo, portando dentro di sé «una specie di minima antologia del cuore» composta da Ungaretti, Montale, Saba, Sbarbaro, se ne andò «a far da cappellone» nel 42° reggimento fanteria di stanza a Sanremo, dove rimase dal settembre 1933 all’agosto 1934 (Attorno al 1930, in Il Caffè politico e letterario, IV [1956], febbraio, pp. 13 s.). Maturò nelle lunghe ore di guardia molti fra i nostalgici idilli dai contorni stilnovistici che sarebbero confluiti nella sua prima plaquette: Come un’allegoria (Genova 1936). Avendo perso tempo con il servizio militare, si preparò agli esami delle magistrali privatamente, supportato da un professore di larghe vedute, l’antifascista Alfredo Poggi che lo introdusse alla riflessione filosofica. Per conto suo lesse Agostino, Kierkegaard e scoprì lo scetticismo leopardiano di Giuseppe Rensi. Approfondì Dante e i classici italiani, appassionandosi soprattutto agli autori latini, non solo Catullo, Virgilio, Lucrezio, ma anche Cesare e Minucio Felice. Si diplomò nel 1935, al cospetto di una commissione presieduta da Ugo Spirito. MAESTRO ELEMENTARE E POETA S’iscrisse quindi all’istituto superiore di magistero di Torino ma a soli 23 anni prese servizio come maestro elementare a Rovegno, «un adorabile paesino montano» dell’Alta Val Trebbia, situato al 54° chilometro della statale numero 45 tra Genova e Piacenza (Due inediti di Giovanni Boine, in La Fiera letteraria, 6 settembre 1959). Cominciava una faticosa carriera che si protrasse dal dicembre 1935 al dicembre 1973: una scelta professionale quasi obbligata e tuttavia mai rinnegata, anzi stoicamente difesa dalle accuse che scaturivano dall’«ignoranza» presuntuosa dei tecnici ministeriali (I due analfabetismi, in Il Caffè…, III [1955], luglio-agosto, pp. 14 s.). La frazione Loco di Rovegno divenne la sua 'piccola patria', snodo e paesaggio chiave di un destino. Nel marzo 1936 la sua fidanzata Olga Franzoni, una ragazza genovese che lo aveva seguito nonostante la salute precaria, morì di setticemia poco prima delle nozze. Travolto dallo choc, sprofondò in una grave crisi psicologica. Al poeta Carlo Betocchi, primo recensore di Come un’allegoria, con il quale intrecciò dal 1936 al 1986 uno splendido diario epistolare, il 7 aprile 1937 confessò la tentazione di farla finita con la poesia: «Forse tutto il mio mondo era legato a quella che se n’è andata. Forse su lei poggiava tutta la mia certezza» (Una poesia indimenticabile..., 2007, p. 64). Fu quello il primo dei suoi innumerevoli congedi. Nell’anno scolastico 1936-37 insegnò ad Arenzano, cittadina della Riviera di Ponente e a Casorate Primo, in provincia di Pavia. Superò la crisi del 1937 grazie a una ragazza di Loco, Rosa Rettagliata che sposò nella chiesina del suo villaggio nell’agosto 1938, dopo aver pubblicato la sua seconda plaquette, Ballo a Fontanigorda (Genova 1938). Da allora trascorse tutte le sue estati in Val Trebbia nella casa della moglie. Olga Franzoni e Rosa, indicata anche con il nome di Rina, inizialmente si sovrapposero nell’immaginario caproniano, per divergere poi radicalmente fino a incarnare i due opposti poli di un'antitesi. Il fantasma della fidanzata defunta lo perseguitò con l’effigie di una stagione sensuale e illusoria rappresentata nella gesticolazione sonora dei Sonetti dell’anniversario confluiti in Cronistoria (Firenze 1943). Nel poemetto Le biciclette, pubblicato dapprima nelle Stanze della funicolare (Roma 1952) e poi nella raccolta complessiva Il passaggio d’Enea (Firenze 1956), il suo ricordo, velato dal travestimento ariostesco di Alcina, divenne la perturbante icona del «tempo ormai diviso» dalla guerra (Le biciclette, in L'Opera in versi, 1998, p. 128). All’inverso Rina «dalle iridi grandi e azzurre e così delicatamente silenziose» (Alta Val Trebbia, in Augustea, 31 agosto 1939) incarnava le gioie e le angustie dell’amore coniugale sia in pace sia in guerra e fu spesso celebrata come il tenace strumento della vita che continua. «Se il mondo prende colore/ e vita, lo devo a te, amore» (A Rina, II, in L'Opera in versi, 1998, p . 911). LA GUERRA Si trasferì a Roma il 1° novembre 1938. Ottenuto un posto di maestro di prima categoria, prese servizio nella scuola Giovanni Pascoli a Trastevere. Ma il suo primo soggiorno romano durò poco: con l’entrata in guerra dell’Italia, nella primavera del 1939 venne richiamato alle armi e rispedito a Genova, presso il distretto di Sturla. Nel giugno 1940 fu inviato tra i monti dell’estrema frontiera occidentale a combattere la fulminea campagna di Francia, raccontata nel diario di guerra Giorni aperti. Itinerario di un reggimento dal fronte occidentale ai confini orientali (Roma 1942). Quella esperienza che molti anni dopo avrebbe stigmatizzato come «un capolavoro di insensatezza» (C. D’Amicis, Caproni, in l’Unità, 21 agosto 1995), pur non annullando del tutto gli accenni celebrativi al vigente regime presenti in alcuni articoli pubblicati nella rivista Augustea tra il 1938 e il 1940, vi aveva però spalancato profonde crepe. Da Mentone fu dislocato ai confini orientali, a Vittorio Veneto, e tra il 1940 e il 1942 cominciò un periodo di continui spostamenti, tra Genova, la Val Trebbia, Roma e varie altre località dell’Italia centro-settentrionale, come Udine, Pisa, Assisi, Foligno, Tarquinia e Subiaco. A Roma tornava ancora volentieri. La capitale infatti lo attirava, anzi lo «abbagliava» (Cronologia, in L'Opera in versi,, 1998, p. LV) con le vestigia e le rovine di un glorioso passato, dietro cui però scorgeva un retroscena luttuoso e magniloquente in cui il giovane provinciale si aggirava smarrito. Sin dal primo momento risolutore fu l’incontro con Libero Bigiaretti, narratore e intraprendente giornalista il quale gli aprì le porte dell’ambiente letterario e artistico legato all’editore romano Luigi De Luca, che gli pubblicò Finzioni (Roma 1941): raccolta lapidariamente definita dal ventinovenne poeta «l’epitaffio della mia gioventù» (Una poesia indimenticabile..., 2007, p. 65). Tramite Piero Bargellini entrò in contatto con Enrico Vallecchi, il prestigioso editore degli ermetici fiorentini che, dopo qualche esitazione, accettò di pubblicare Cronistoria, in cui, a una scelta delle poesie giovanili, si aggiungeva un sostanzioso nucleo di composizioni scritte nel 1942 durante i suoi coatti vagabondaggi. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo sorprese a Loco, in congedo provvisorio presso la famiglia dei genitori della moglie, accanto a Rina e ai due figli ancora piccoli: Silvana nata nel maggio 1939 e Attilio Mauro nel giugno 1941. Ripugnandogli l'idea di unirsi alle brigate della Repubblica di Salò, entrò nella resistenza partigiana attiva in Val Trebbia, pur svolgendo, in qualità di commissario del Comune di Rovegno, compiti quasi esclusivamente civili, come l’approvvigionamento del cibo e la riorganizzazione della scuola. Le scene di orrore di quei tragici 19 mesi, le violenze praticate dai mongoli alleati dei tedeschi sulla popolazione inerme, gli dettarono, accanto agli struggenti racconti della sua saga partigiana, tra i quali lo splendido Il labirinto (L'Opera in versi, 2008, pp. 138-164), i suoi versi più cupi e chiusi: I lamenti composti tra il 1944 e il 1947, raccolti nella sezione Gli anni tedeschi de Il passaggio d’Enea. Da allora in poi i monti della Val Trebbia gli offrirono il paesaggio più idoneo alla rappresentazione della guerra via via sempre più allegorica, dopo la svolta metafisica della sua poetica evidente in Acciaio, sezione centrale de Il muro della terra (Milano 1975). ROMA: ANGOSCE E AMICIZIE Nell’ottobre 1945 tornò a Roma, dove fino al 1949 trascorse «interminabili inverni di angoscia», abitando da solo prima a via Merulana, poi al quartiere Prati, poi ancora presso il cavaliere Domenico Gazzillo che gli affittava una camera della sua casa al n. 40 di via Goffredo Mameli, in Trastevere, ov'era situata anche la scuola presso cui aveva ripreso l'insegnamento (Frammenti di un diario (1948-1949), 1995, p. 44). Infine si trasferì a Monteverde, in viale Quattro Venti 31, in una piccola casa Incis, senza caloriferi e proprio «dirimpetto al lussuoso appartamento» di via Giacinto Carini dove, abbandonando Parma, era andato ad abitare Attilio Bertolucci (Una poesia indimenticabile..., 2007, p. 364). Nel 1951 passò alla scuola Francesco Crispi per rimanervi sino al pensionamento. Non bastandogli il risicato stipendio di maestro correggeva le bozze nella «benedetta e dannata tipografia Tumminelli» (ibid., p. 74). Nella Roma del dopoguerra riprese i rapporti con Bigiaretti, divenuto direttore dell’ufficio stampa dell’Olivetti di Ivrea: a lui dedicò Le biciclette, scritto nel 1947 per le Olimpiadi della poesia di Londra, in cui si premiavano testi letterari ispirati allo sport. Rivide Giorgio Bassani, in cui si era imbattuto durante il servizio militare a Sanremo. Nel 1949 pubblicò su Botteghe oscure, La funivia, primo abbozzo, subito tradotto in inglese da William Weaver, del poemetto Stanze della funicolare, nucleo fondante del libro stampato con lo stesso titolo da De Luca nel 1951. Grazie al critico fiorentino Ferruccio Ulivi nel 1950, pochi giorni dopo la morte della madre, conobbe di persona Betocchi, che a Roma alloggiava in via Soana vicino a piazza Tuscolo e la domenica riceveva volentieri gli amici. Caproni vi si recava spesso, da solo o insieme a Pasolini e Bertolucci. Betocchi si dimostrò un amico attento e generoso e più volte lo invitò alla rassegna radiofonica L’Approdo, commissionandogli tra l’altro i copioni, oggi perduti, di due puntate sulla Riviera ligure, la famosa rivista fondata e diretta da Mario e Angelo Silvio Novaro. Andate in onda il 29 novembre e il 20 dicembre 1954 furono poi sviluppate in una serie di articoli sulla cosiddetta linea ligustica nella poesia novecentesca italiana apparsi sulla Fiera letteraria nel 1956 e sul Corriere mercantile nel 1959. Con il tempo aveva imbastito nuove amicizie: Giacomo Debenedetti lo pregò di aiutare il figlio Antonio per l’esame di ammissione alle scuole medie nell'anno scolastico 1946-47, e Pier Paolo Pasolini, fortunosamente sbarcato a Roma con la madre Susanna nel 1950, per qualche anno gli fece visita quasi ogni giorno instaurando uno scambio critico vicendevolmente proficuo. Determinante fu anche l’incontro con Bertolucci che – dal Seme del piangere in poi – avrebbe patrocinato il suo approdo alla Garzanti, per di più cercando di fargli ottenere dal ministero della Pubblica Istruzione un periodo di congedo dall’insegnamento. Il tentativo fallì a causa del suo carattere fiero e indipendente. Per lo stesso motivo non accettò mai un impiego stabile alla Rai, mentre dal 1966 al 1972, come consulente editoriale della Rizzoli, esaminò i manoscritti di testi narrativi inediti, italiani e francesi. Dal 1958, anno in cui Betocchi assunse l’incarico di redattore della trasmissione ribattezzata L’Approdo letterario, si moltiplicarono le letture radiofoniche delle sue poesie che trovavano spazio sulle pagine dell’omonima rivista durata fino al 1977. Nell’estate del 1959 a Spotorno fu presentato dal poeta ligure Angelo Barile all’amatissimo Camillo Sbarbaro con cui mantenne sporadici, ma saldissimi rapporti. Sempre di più al lavoro poetico affiancò il mestiere del traduttore e del giornalista letterario. La politica attiva, nel senso militante del termine, non lo interessò mai fino in fondo. Vicino al Partito socialista italiano (PSI) nel 1945, non negò la sua firma ad alcuni dei più significativi giornali della sinistra, tra i quali Avanti!, l’Unità, Italia socialista,Il Politecnico, Il Lavoro nuovo, Vie nuove e Mondo operaio di cui diresse la pagina letteraria. Nel 1948 si unì al I Congresso internazionale degli intellettuali per la pace tenuto a Breslavia in Polonia. In quell’occasione fece visita ad Auschwitz e ne rimase fortemente scosso. Ma negli anni Sessanta, al culmine della ripresa economica della nuova Italia consumistica, non tardò a esprimere la sua delusione e a deplorare le inadempienze dei politici nei confronti delle speranze del dopoguerra. Esemplare l’invettiva intitolata Lorsignori, una feroce requisitoria consegnata insieme al poemetto Lamento (o boria) del preticello deriso a Cesare Vivaldi per un’antologia di versi satirici («Han la testa sul collo,/ dicon loro. Di pollo./ I piedi sulla terra./ lavoran per la pace/ preparando la guerra» (Vivaldi, 1964, p. 127).
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Piccola storia di Jaci - Ripristinazione delle gabelle e provvedimenti per la vertenza tra popolani e nobili,1647
Nel giugno del 1647, a causa della carestia che provoco dei tumulti in varie zone della Sicilia, furono sospese alcune gabelle sui generi di prima necessità, in agosto il Vicario Generale a guerra del Valdemone ripristina le gabelle e mette fine al dissidio tra il popolo e nobili per l’abolizione della “Mastra” e la richiesta per l’elezione del Sindaco per consiglio pubblico, di seguito la “Cronacha del Sac. Tommaso Lo Bruno”:
Alli 19 di Agosto 1647 in Jaci si imposero di nuovo le gabelle abbolite del vino, formaggio, oglio e carne per ordine dello Ill.mo D.n Muzio Spatafora Vicario generale a guerra nel Valdemone, residente nella città di Randazzo.
Alli 30 venne il detto D.n Muzio in Jaci con le compagnie di cavalli e due di pedoni, e posao nella casa di Pier Tommaso Costa; (palazzo Vigo poi Pennisi) ed in sua compagnia si portao doi suoi fratelli, cioè il Principe di Venetico, primogenito, e lo terzogenito perchè lui era secondogenito et havia stato fora alle guerre di Fiandra Capitano di una compagnia et havia fatto assai servito a sua Maestà, per il che fu onorato di questo officio di Vicario Generale. Venne in Jaci per accommodare li popoli con li nobili, dove dimorao infino alli 4 di settembre e scarcerao a Fra D. Francesco Sfilio con tutti li altri cinque che haveavo carcerato lo Capitanio e li Giurati alli 8 di giugno come ribelli, e declarao essere innocentissimi di tal caso, perchè informao a plenum di tutto lo fatto. E volendo compiacere alli popoli che li domandavano che si abolisse la Mastra e che essi a fare lo scruttinio delli ufficiali et si havessero di eleggere venti persone, cioè, dieci onorati e dieci ministrali e questi havessero da fare lo detto scruttinio, et anco lo Sindico, e si havessero da eleggere per conseglio pubblico, li concedesse dette grazie, con farci provvista sopra il memoriale: quod detineatur Consilium e si mandasse a confirmare dal Vicerè e dal Tribunale del Patrimonio. E doppo si partio per Agusta, dove per ordine del Vicerè fu carcerato dentro lo Castello di Agusta, per non so quali mali informationi. Del che doppo, chiarito il Vicerè, lo volea uscire dal Castello, ma detto D.n Muzio non volse uscire, perchè ne scrisse a sua Maestà. E venne ordine doppo, di sua Maestà, al Castellano, che lo lasciasse andare libero.
Per la “Storia di Acireale” del Sac. Tommaso Lo Bruno cap XLIV
stemma della famiglia Spadafora
Piccola storia di Jaci – Ripristinazione delle gabelle e provvedimenti per la vertenza tra popolani e nobili,1647 was originally published on Fancity Acireale
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Pier Francesco Cavalli – Missa pro defunctis per octo vocibus
Akademia, Ensemble Vocal Regional de Champagne Ardenne Françoise Lasserre, dirección.
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February 14: On This Day in Music
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Happy Valentine’s Day
. 1602 ~ Pier Francesco Cavalli, Italian opera composer
. 1813 ~ Alexander Dargomyzhsky, Russian composer
. 1882 ~ Ignace Friedman, Polish pianist and composer
. 1894 ~ Jack Benny (Benjamin Kubelsky), The stingy, violin-playing, perennial-39- year-old comedian of radio, television and vaudeville
. 1923 ~
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#arranger#composer#conductor#dancer#Elton John#Frederick Loewe#George Shearing#Gregory Hines#Ignace Friedman#Kennedy Center Honors#musical director#opera#pianist#Today in Music History#Valentine&039;s Day#video#violin
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On February 14 in Music History
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Happy Valentine’s Day
. 1602 ~ Pier Francesco Cavalli, Italian opera composer
. 1813 ~ Alexander Dargomyzhsky, Russian composer
. 1882 ~ Ignace Friedman, Polish pianist and composer
. 1894 ~ Jack Benny (Benjamin Kubelsky), The stingy, violin-playing, perennial-39- year-old comedian of radio, television and vaudeville
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Thanks to all my raisers and supporters!
Thanks to Riccardo Rossi, Loris Riccardi, Maurizio Marotta, David Love Calò, Fulvio Mennella, Veronica Azzinari, Catia Carla Chiti, Annamaria Carrieri, Lele Torsani, Maria Angela Perna, Pier Pierucci, Andrea Bianchi, Valentina Grilli, Federica Zacchi, Marco Magalotti, Roberta Gelpi, Charlotte Rohrhofer, Susanna La Polla, Francesco Cavalli,Edda Valentini, Paolo Bonfiglioli, Paola Proietti, Pino De Salvo, Massimo Conti, Debora Achille, Lina Prosa, Gioia Costa, Cristina Brolli, Kati Gerola, Rachel Leurini, Noretta Forlani, Giampaolo Proni, Marco Celeri, Simona Faraone, Lucia Biondelli, Rossana Ardini, Leonardo Militi, Matteo Leoni, Leonardo Fabbri, Marina Meccanica, Martina Ciavatta, Eleonora Gnot, Francesco Vincenti, Andrea Felli, Daniela Muratori, Maude Dreano, Silvano Voltolina, Agnese Marchetti, Leonardo Montecchi, Arnaldo e Mary Ciavatta, Marcella e Stefano Cicchetti, Sabrina Zanetti, Giovanni Casadei, Marco Bertozzi, Davide Montecchi, Alberto Giardini, Stefano Ferroni, Luca Simonetti, Giorgia Simonetti, Michele Orvieti, Andreas Biolinsky, Sabine Rohrhofer, Laura Gemini, Massimiliano Gardini, Andrea Compagnucci, Silvia Calderoni, Simona Diacci Trinity, Stefania Monaco, Gerald Kurdian, Daniela Nicolò, Barbara Magalotti, Roberto Baroncini, Damir Ivic, Dino Ponti, Andrea Parma, Edoardo Sanchi, Daniela Leardini, Zamira Di Carlo, Clelia Tonini, Sabrina e Franco Rocchi Naddei, Stefano Bernabei, Andrea Felli, Cesarina Monti, Alfredo Ferrucci, Maurizio e Viviana, Claudio Bacchelli, Gabriella Fabbri, Gabriella Pallotta, Red e Vilma, Francesca Sancisi, Demetrio Chiappa, Ciro Colonna, Giovanna Montaini, Leonardo Monti, Roberta Baldaro, Bertrand Cauchois, Carlo Mojardo, Giuseppe Vaglienti, Morgann Cantin, Piero Savio, Gianni Jasimone, Mikael Plunian and to everybody supports me in releasing this project.
NicoNote xxx
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